"Yo soy contento de esperar que ría el alba, aunque yo llore lo que ella tardare en venir"
Don Quixote de la Mancha

domenica 19 ottobre 2008

In morte del mercato finanziario

La borsa crolla, poi ogni tanto si riprende un pochino, poi ricrolla e allora è il panico! la crisi potrebbe arrivare sull'economia reale! economia reale?!?!? E' già perché tutti questi titoli, azioni, banche che perdono o vincono miliardi in un mese, in un giorno o in un'ora, non sono mica reali, sono solo un gioco. C'è un tipo che gioca in borsa, compra e vende azioni che non valgono nulla, che sono coperte dai soldi di creditori che non potranno mai ripagare il loro debito... ma lui compra e vende, è pagato per questo... deve accumulare soldi, tanti, più che può, nel minor tempo possibile... e di solito funziona basta vendere al momento giusto e si vincono miliardi, è come fare jackpot, ha funzionato per anni. Per esempio qualche tempo fa bastava puntare sui cereali, lo sapevano tutti che le materie prime pagavano bene. E' il nostro tipo che compra e vende ha fatto ottimi affari in quel periodo, in quel periodo in cui il prezzo del petrolio saliva e saliva, in quel periodo quando in decine di paesi la gente è scesa per strada a protestare perché aveva fame... era facile. Facile come un gioco, un gioco? bé allora se vinci, vinci miliardi di carta come al monopoli? Eh no i miliardi li vinci belli veri! Ma allora che gioco è? Perché non si chiama economia reale se migliaia di persone si arricchiscono? Perché non si chiama economia reale se i prezzi che gli speculatori possono fare aumentare vertiginosamente sono prezzi veri? Se la gente che non riesce più a comprare il pane mangia terra, terra! terra vera!? Forse non la chiamano economia reale perché se sei il direttore generale te ne vai con un bel premio, 10, 20 o 30 miliardi, in ogni caso, sia che la tua azienda quotata in borsa vada bene, sia che fallisca un mese dopo la tua partenza. E' spirito sportivo questo! L'importante è partecipare, non ti preoccupare i miliardi (veri) a casa te li porti comunque anche se hai perso. O forse non la chiamano economia reale perché quando il loro castello di carta fondato sul niente crolla all'improvviso, quando il nostro tipo che compra e vende comincia a perdere, ecco che arrivano i grandi statisti dei nostri tempi, ecco che tutti i governi, anche i più liberali, arrivano in soccorso dei poveri finanzieri. Una pioggia di miliardi, Stati Uniti, Unione Europea, Giappone, Cina... una gara a chi aiuta di più il sistema finanziario, perché bisogna salvare monopoli! Non vorremo mica che la crisi arrivi sull'economia reale?!?!?!?! Ma scusate, ma non si possono salvare da soli? Perché non pretendono aiuto dai loro direttori generali, dai loro azionisti che hanno guadagnato bene per ogni impresa delocalizzata, per ogni operaio licenziato?!?!?! Ma chi vuole salvare questo sistema? Perché? Perché salvare un sistema in cui una persona che gioca davanti al suo computer in occidente può affamare milioni di persone? Ma non è che forse il sistema è completamente da buttare?!?!?! Eppure non c'è nessuno, nessuno che abbia il coraggio di dirlo forte è chiaro che non si può giocare con la vita della gente.

C'è chi dice che bisogna fissare delle regole, bé come minimo! Qui si giocava pure senza regole! E c'è anche chi ha già cominciato: qualche parlamento in Europa (Francia e Olanda per esempio) stanno studiando o hanno approvato leggi contro i superpremi dei direttori generali. E poi, e poi c'è chi se ne approfitta come l'Italia. Eh si, facciamoci riconoscere, come sempre!! Approfittiamo dell'occasione per non rispettare il protocollo di Kyoto! Che bella occasione per continuare come sempre, per non guardare al futuro. Approfittiamone anche per salvare qualche amico, per far passare un decreto piccolo piccolo per salvare qualche direttore generale a cui vorrebbero dar la colpa della bancarotta!! Bé forse è un po' sfacciata come risposta alla crisi finanziaria, anche per Berlusconi, forse queste non gliele fanno passare. Ma intanto la crisi economica è una bella scusa per togliere un po' di soldi qua e là, dove non servono, alla scuola per esempio, all'università... tanto per confermare la politica del prendiamo tutto quello che possiamo adesso, perché il domani è lontano, perché non ci saremo più noi al governo quando l'università italiana sarà morta, quando l'industria italiana sarà morta perché sarà rimasta dipendente da risorse che non ci sono più, stanno finendo o ci stanno uccidendo.